20. Il MOSE ha funzionato


Alla fine di novembre, il MOSE, acronimo di MOdulo Sperimentale Elettromeccanico, ha funzionato.

L'opera, un sistema di dighe mobili finalizzato alla difesa della città di Venezia e della sua laguna dal fenomeno dell'acqua alta, è stata molto criticata negli ultimi anni per i suoi costi elevati di costruzione e di funzionamento. Ora, però, che è finita e utilizzabile, si apprezza la sua utilità: il confronto tra il milione e duecento mila euro per i sei sollevamenti del Mose da inizio anno e i circa 800 mila euro per i sollevamenti dello scorso novembre, per far fronte ai picchi di marea, e il centinaio di milioni di euro di danni prodotti dalla marea eccezionale del 12 novembre 2019, l’ultima senza l’intervento delle paratoie del MOSE, basta per capire l’impatto economico del sollevamento del Mose da un lato e dei danni prodotti dall’acqua alta dall’altro.

I ragionamenti a favore dell'opera sono sintetizzati da Claudio Vernier, presidente dell’associazione Piazza San Marco: «Il Pil turistico di Venezia vale 3 miliardi e 80 milioni all’anno, alzare il Mose è costato un milione di euro quest'ultimo mese. Tanto? No, non è tanto. È nulla rispetto a ciò che si genera – sì, con altri progetti si sarebbe potuto spendere meno, soprattutto di manutenzioni future, ma abbiamo questo, e sta funzionando, ma non è questo l’argomento... – nulla rispetto ai danni evitati, nulla rispetto ai danni inestimabili del patrimonio architettonico evitati, nulla rispetto al valore che si genera con una città che nonostante l’acqua alta e grazie al Mose continua ad essere fruibile ed accogliente e a generare valore ed indotto per tutti, salvaguardando sia il tessuto produttivo e sociale della città sia i posti di lavoro ad esso collegati. Solo di Iva quanto si genera per il governo centrale? Il Mose serve, va migliorato, va finanziato, va mantenuto, va usato. Anche oggi ci tiene all’asciutto, 40 cm evitati sotto le Procuratie Vecchie».

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