IL RACCONTO DELLA MITOLOGIA
Gli studenti delle classi 1^A e 1^B dedicano alle donne afgane il racconto di alcune storie della mitologia greca. I bellissimi disegni sono di Angelica Padovan e di Clemente Asia di 1^F.
Buona lettura!
Dalla confusione all’equilibrio
Tutto iniziò con il Caos, un mondo disordinato, buio e distrutto.
Dato che tutto ciò era sbagliato, ci pensò Eros, l’amore vero.
Eros riuscì a trasformare il Caos in Cosmo, un posto ordinato in cui Gea, la terra, si separava dal Tartaro, il sottosuolo, ma con lui viveva in armonia.
Eros trasmise loro amore e pace. Per questo da Gea e Tartaro nacquero Urano, il Cielo, e Ponto, il Mare.
Grazie a Eros gli elementi si amavano tra di loro e non vivevano più nel disinteresse e nella trascuratezza.
L’amore dà uno scopo alla vita e spinge verso l’ordine.
(Jacopo De Barbieri, Luca D’Agostino - 1^B)
Crono
Da Gea e suo figlio Urano nacquero i Titani, cioè le energie vitali del mondo: il movimento, la vigilanza, l’intelletto, la mortalità, il tempo, la memoria, la giustizia, la luce, la metamorfosi, e dei mostri violenti: i Ciclopi da un solo occhio e gli Ecatonchiri dalle cento mani.
Per paura di perdere il suo potere, Urano imprigionò i mostri nel Tartaro.
Gea chiese ai Titani di liberare i fratelli, ma solo il titano Crono si fece avanti e evirò suo padre mentre tentava di unirsi nuovamente a Gea.
Crono prese lo scettro e il potere sui Titani.
Zeus e la sua stravagante storia
Tra le sorelle di Crono, c’era Rea.
Rea e Crono si accoppiarono ed ebbero molti bambini, che divennero gli dei dell'Olimpo.
Gli dei erano immortali e avevano il compito di governare le energie vitali dei Titani:
Ade, dio degli inferi, gestiva il tempo dopo la morte.
Poseidone, dio del mare, si occupava delle forze marine.
Era, dea del matrimonio, regolava le relazioni amorose.
Estia, dea della casa e la famiglia, proteggeva le famiglie dalle avversità.
Demetra, dea delle messi, favoriva l’agricoltura.
Poiché il titano Crono aveva paura di perdere il suo potere, se li mangiò tutti.
Per questo, Rea, che doveva ancora avere l’ultimo bambino, era molto in ansia.
Così, poco prima di dare alla luce il bambino, Rea addormentò Crono facendogli un potente incantesimo, diede alla luce l'ultimo figlio su un'isola dispersa in mezzo al mare e lo tenne nascosto lì per molti anni, protetto dai Cureti (creature magiche che sapevano fare bene le guardie del corpo) e allevato dalla capra Amaltea.
A questo bambino venne dato il nome di Zeus.
Zeus, una volta cresciuto, uccise la capra Amaltea, e con la sua pelle invulnerabile ci costruì uno scudo. Poi tornò sull’Olimpo e fece bere una pozione magica a suo padre che vomitò tutti i figli che si era mangiato. Insieme ai suoi fratelli, Zeus sconfisse suo padre.
Tuttavia la conquista dell' Olimpo era ancora lontana, perché l'Olimpo era conteso dai Titani e dagli dei.
(Beccuti Erika, Basilo Matteo - 1^B
Disegno di Clemente Asia - 1^F)
La Titanomachia
La Titanomachia, cioè la guerra tra Dei e Titani, durò dieci anni.
All’inizio i Titani stavano vincendo, ma Zeus liberò i Ciclopi, che forgiarono delle armi per Zeus, Ade, Poseidone, e gli Ecantonchiri, che stravolsero la guerra e chiusero i Titani nel Tartaro.
Al titano Atlante, il generale dell’esercito di Crono, fu dato il compito di tenere la volta celeste.
(Montano Christian, Evelin Mastrangelo, Albanese Tommaso - 1^A)
Atena
Zeus appena la vide volle subito giacere con lei e quindi la sedusse.
Dopo giorni di agonia, Zeus chiese a suo fratello Ade di spaccargli la testa per liberarlo da quella voce.
Dopo che Ade spaccò la testa a Zeus ne uscirono due figure, una era Meti e l’altra era una donna adulta vestita da guerriera.
Con sorpresa di Zeus, essa si presentò con il nome di Atena, figlia di Zeus e dea della guerra strategica.
(Carola Carlevarino, Luca Negrini, Christian Peveri - 1^A
Disegno di Clemente Asia - 1^F)
Tifone ed Echidna
Gea, addolorata per la sconfitta dei suoi figli, i Titani e i Giganti, per opera di Zeus, generò con Tartaro il titano Tifone.
Tifone era gigantesco, metà uomo e metà bestia. Aveva la testa d'asino, le ali da pipistrello ed era più alto di tutte le montagne. Con le mani prendeva le stelle e con le gambe camminava nel mare da Oriente a Occidente.
Una volta cresciuto, Tifone salì fino al Monte Olimpo e fece una tale paura agli dèi che questi si trasformarono in animali e si rifugiarono in Egitto.
Presto, però, gli dei reagirono e insieme andarono a combattere.
L’unione di tutti gli Dei portò alla sconfitta di Tifone.
Tifone però si era accoppiato con Echidna, un terribile mostro nato dai Titani del mare.
Insieme i due mostri popolorano il mondo di essere paurosi, tra cui Ortro, Cerbero, la Sfinge, l'Idra di Lerna e la Chimera.
Persefone
Persefone era la figlia di Zeus e di Demetra.
Demetra nascose Persefone nei campi di grano perché aveva paura che Zeus, essendo
un donnaiolo, si innamorasse di lei.
Una volta cresciuta, Persefone diventò bravissima nel cantare e così un giorno attirò l'attenzione di Ade.
Uscito dagli Inferi a causa di un forte terremoto, il dio Ade si innamorò di lei e decise di rapirla.
Demetra disperata fece precipitare il mondo in un inverno perenne e costrinse tutti a rimanere senza cibo.
Zeus intervenne e si mise d'accordo con Ade: Persefone sarebbe stata 6 mesi con sua madre e gli altri 6 mesi con Ade. Quando Persefone sarebbe stata con sua madre, sarebbe stata primavera e estate; quando, invece, sarebbe stata con suo marito Ade, sarebbe stato autunno e inverno.
Così nacquero le stagioni.
(Ivan Persichetti, Gabriele Vinci - 1^B
Rachele Mercurio, Alessio Tricarico - 1^A)
Prometeo
Epimeteo e Prometeo erano figli di Giapeto, titano del ciclo vitale e della mortalità.
Il primo era impulsivo e sprovveduto, il secondo era molto riflessivo e creativo.
Gli dei chiesero ai due giovani titani di creare gli esseri viventi.
Epimeteo diede a tutti gli animali una qualità, ma si dimenticò degli uomini, che Prometeo aveva con il fango insieme alla dea Atena.
Gli elefanti avevano una grande mole, i pesci le branchie, i leoni gli artigli, gli uccelli le ali, mentre gli uomini nulla!
Dato che gli uomini erano sottomessi agli dei e si affidavano a loro per spiegare i fenomeni naturali, Prometeo pensò di dare all'umanità delle qualità che la rendessero più forte almeno rispetto agli altri esseri viventi.
Egli voleva bene agli uomini perché erano fisicamente uguali agli dei, ma non erano immortali come loro.
Prometeo rubò il fuoco sacro agli dei e lo diede agli uomini per farli avanzare nell’evoluzione e farli diventare più forti.
Quando Zeus se ne accorse, chiese di fare dei sacrifici per omaggiare gli dèi.
Un giorno, Zeus chiese di sacrificare un toro.
Prometeo consigliò agli uomini di ingannare il dio.
Da una parte gli uomini accumularono le ossa e gli scarti del toro e li coprirono con la sua pelle, dall’altra la carne buona. Il primo cumulo era molto grande, il secondo era scarso.
Zeus scelse il primo e si arrabbiò molto.
Una volta accortosi dell’inganno, Zeus punì gli umani togliendo il fuoco dalle loro mani.
Quando Prometeo lo rubò nuovamente, venne incatenato ad un masso dove ogni giorno passava un’aquila per divorargli il fegato, che sempre ricresceva.
Questa tortura durò per anni e anni, fino a che un giorno Zeus gli propose di liberarlo solamente se l’umanità non avesse più avuto il fuoco. Prometeo rifiutò, sacrificandosi per il bene dell’umanità.
(Samuel Mazzolari, Daisy Signorelli - 1^A
Alessio Portas, Alice Vadalà - 1^B)
Il vaso di Pandora
Zeus temeva che gli uomini diventassero più potenti degli dei.
Allora fece creare ai suoi figli una donna a cui ogni dio diede un dono: gioielli, vestiti, ma anche grazia e bellezza. Per questo fu chiamata “Pandora”, che significa “tutti i doni”.
Inoltre, gli dei le diedero un vaso con tutti i mali possibili, che nessuno avrebbe dovuto aprire.
Arrivata sulla terra, l’impulsivo Prometeo non resistette e, spinto dalla curiosità, aprì il vaso.
La vita degli uomini non sarebbe stata più felice.
Zeus si era vendicato.
Sul fondo del vaso rimase soltanto la speranza, che non fece in tempo ad allontanarsi prima che il vaso venisse chiuso di nuovo.
(Disegno di Clemente Asia - 1^F)
Il diluvio universale
Nonostante tutto, gli uomini continuavano a trascurare gli dei.
Per questo, gli dei dell’Olimpo decisero di distruggere l’umanità.
Zeus decise di chiamare Poseidone per provocare un diluvio.
Zeus gli spiegò che gli uomini erano diventati egoisti e non si amavano più.
Quando Poseidone trafisse la terra con il suo tridente, la terra si spaccò e l’acqua sommerse tutto.
Piovve per novanta giorni e novanta notti. Tutti gli esseri umani vennero uccisi.
Zeus decise di salvare solo due persone: Deucalione e Pirra, perché erano stati obbedienti.
Essi iniziarono a costruire una barca, mentre tutti gli altri non ci credevano e li deridevano. Quando iniziò il diluvio i due prescelti si rifugiarono nella barca.
Trascorsi i novanta giorni, Zeus disse ai due prescelti di gettare alle loro spalle tutte le pietre che trovavano.
Così fecero e dalle pietre nacquero nuovi uomini.
(Paulino Christopher, Porcu Ginevra - 1^B)
Enith Zambrano, Matteo Inglese, Antonio Fumiano - 1^A)
Il tradimento di Latona
Zeus si stava stancando di Era, con la quale si sposò ed ebbe Ares, dio della guerra violenta.
Zeus decise di tradirla con la titana Leto, che rimase incinta.
Era molto infuriata e cercava in tutti i modi di vendicarsi di Leto. Pensò che il modo
migliore di vendicarsi fosse vietarle di partorire, perciò ordinò a tutte le terre di non farla
partorire da nessuna parte.
Quando Leto ormai stava per partorire, era disperata.
A un tratto spuntò dal mare un’isola, grazie a Poseidone che venne in suo aiuto.
Leto partorì Apollo e Artemide.
Quando Era lo scoprì, mandò sull’isola di Delo un pitone che aveva l’ordine di uccidere la nuova famiglia.
Da quel momento Leto non ebbe più pace.
Appena crebbe, Apollo, molto abile nella caccia, decise di andare ad
uccidere la bestia che aveva tormentato la sua famiglia per molto tempo.
Apollo uccise il mostro e lo portò a Delfi, dove c’era un santuario, che da quel momento diventò la sua casa e delle sue sacerdotesse.
Tutti gli uomini si recavano a Delfi per pregare e chiedere profezie.
(Kiara Bano, Leonardo Gandolfi - 1^A)
Efesto
Per vendicarsi di suo marito Zeus, Era generò un figlio da sola: Efesto.
Quando nacque, Efesto aveva un aspetto così brutto, soprattutto quando piangeva, che un giorno sua mamma lo buttò in mare. Fortunatamente il bambino fu salvato dalla dea Teti, che lo accudì.
Efesto iniziò a giocare con i materiali preziosi in fondo al mare e a lavorarli con il calore dei vulcani sottomarini. Crescendo divenne un grande fabbro e, per vendicarsi di Era, costruì un bellissimo e luccicante trono d’oro.
Quando Efesto tornò nell’Olimpo sua mamma vide il trono e se ne innamorò così tanto
da sedersi sopra. Quando però provò ad alzarsi, non ci riuscì, così chiese aiuto agli dei dell’Olimpo ma solo Efesto sapeva come liberarla. Allora Era, incominciò ad urlare chiedendogli aiuto. Lui accettò solamente ad una condizione: essere accettato di nuovo nell’Olimpo e poter sposare la bellissima Afrodite!
Molto imbarazzata dalla proposta, Era non poté non acconsentire.
Afrodite, la dea della bellezza e dell’amore, non era innamorata di un uomo così brutto, ma Zeus, per non causare troppi danni, la costrinse a sposarlo.
Il matrimonio fu infelice.
Efesto era sempre impegnato nel lavoro, mentre Afrodite lo tradiva con Ares, il dio della guerra.
Un giorno, il dio del Sole Elio se ne accorse, quindi rivelò tutto a Efesto, che, infuriato, escogitò una trappola per incastrarli.
Efesto finse di essere impegnato lontano e i due amanti si incontrarono. Nel momento di massima gioia i due rimasero trattenuti da una rete d’oro.
Efesto convocò tutti gli dei dell’Olimpo per deriderli.
Solo Poseidone lo supplicò di liberarli.
Efesto continuò la sua vita nella sua officina nelle viscere del vulcano Etna, mentre Afrodite e Ares ebbero tre figli: Demo (il terrore della guerra), Fobo (la paura) e Armonia.
(Davide Baldacci, Alessio Mistichel - 1^B)
Roberto Roncallo, Riccardo Mateescu - 1^A)
La lotta tra Atene e Poseidone per il possesso di Atene
I discendenti di Deucalione iniziarono a svilupparsi sempre di più e iniziarono a fondare le prime città. I contadini iniziarono a vendere i loro prodotti e diventarono così dei mercanti. Per questo, iniziarono a lasciare le campagne e costruirono le città.
Poiché gli dei avrebbero continuato ad esistere solo se gli uomini avessero continuato a credere in loro, ogni dio decise di accaparrarsi una o più città per diventarne la divinità protettrice ed essere venerato dai cittadini.
Scoppiarono così le rivalità tra gli dei per avere più città possibili.
La dea Atena voleva prendersi la città di Atene, ma il dio Poseidone non era d'accordo.
Gli dei decisero che avrebbe vinto chi avesse fatto agli abitanti il dono più bello.
Poseidone colpì il terreno con il suo tridente e ne fece uscire un pozzo d’acqua: la città avrebbe avuto sempre acqua e avrebbe dominato nei mari.
Atena batté il suolo con la sua lancia e ne fece germogliare una pianta di ulivo: la città avrebbe avuto le nutrienti olive e il prezioso olio.
Le donne, che erano in maggioranza, votarono per Atene, che così divenne la protettrice della città.
Atena chiese ad Efesto di costruirle un’armatura. Il dio accettò in cambio della sua promessa di sposarlo. La vergine Atena si rifiutò.
La dea riuscì comunque a prendersi l’armatura, mentre il dio tentava di accoppiarsi con lei. Lo sperma cadde per terra e dal seme nacque Erittonio, un mostro che possedeva due serpenti al posto delle gambe e che era costretto a stare su un cocchio per muoversi.
Erittonio diventò il nuovo re di Atene.
(Felix Botchway, Christian Maddalena, Davide Cantilonne - 1^A)
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