INTERVISTA IMPOSSIBILE A ... BOB MARLEY

Bob Marley, nato Robert Nesta Marley (1945 - 1981), è stato un cantautore, chitarrista e attivista giamaicano.

Ha contribuito a sviluppare e diffondere in tutto il mondo la musica reggae, che peraltro lo rese popolare fuori dalla Giamaica. 

Buona sera signor Marley, per noi è un onore riceverla , saremmo interessati a conoscere da lei il più possibile riguardo la sua vita e quelli che sono gli aspetti che l’hanno portata ad essere tutt’oggi uno dei pilastri maggiori della musica Reggae e della comunità rasta, ma partiamo dalle origini.

Ci racconti la sua infanzia ...

Nacqui nel 1945 in Giamaica , per la precisione a Nine mile, all'epoca una povera e piccola città dove il tenore di vita era molto basso. Dopo la morte di mio padre, quando avevo 10 anni, mia madre decise di cambiare il mio nome, Nesta, considerato dalla mia gente troppo femminile, in Robert Nesta Marley.

Come'era il rapporto coi suoi genitori?

Con mio padre, Norval Sinclair Marley, un giamaicano bianco di discendenza inglese, capitano della marina e sovrintendente delle piantagioni, non ho avuto un rapporto. Non ho avuto padre. Non l'ho mai conosciuto ... Mio padre era come quelle storie che si leggono, storie di schiavi: l'uomo bianco che prende la donna nera e la mette incinta.

Mia madre, Cedella Booker, era una giamaicana nera, gentile e comprensiva. Mi stupì molto quando disse che mio padre era e resterà un buon uomo, costretto ad agire male dalla sua famiglia e dalle regole della società.

Hai sofferto per le discriminazioni razziali?

Mio padre era bianco e mia madre era nera, quindi mi chiamavano mezzosangue, o qualcosa del genere. Ma io non ho mai parteggiato per nessuno, né per l'uomo bianco né per l'uomo nero. Io sono sempre stato dalla parte di Dio, colui che mi ha creato e che ha fatto in modo che io venissi generato sia dal nero che dal bianco.

Come ha intrapreso la strada della musica?

 All'età di 16 anni scrissi i miei primi due brani che non riscontrarono un grande successo, però mi servirono per capire un meccanismo molto importante: le persone vogliono ascoltare la verità e la verità è universale. Per questo, iniziai, attraverso le mie canzoni, a raccontare quella che per noi giamaicani neri era vita quotidiana … e iniziai ad essere ascoltato in tutto il mondo per il messaggio delle mie canzoni che divenne presto chiaro e compreso da tutti gli angoli del pianeta: fermare l’oppressione razziale e rendere giustizia per raggiungere la libertà ed uguaglianza.

Iniziò così la sua scalata al successo che la portò a dare notorietà a ciò in cui lei credeva ma soprattutto a un nuovo approccio musicale visto all'epoca come “strano” e “distante”, il reggae: associato ancor oggi alla comunità rasta,

Ritiene che sia corretto associare il suo stile musicale ai valori della società rasta?

L’importante é che alla fine il Reggae e la filosofia rasta si diffondano sempre più nel mondo e che tutti nel mondo si riconoscano come fratelli. 

Se potesse essere vivo qui tra noi, crederebbe ancora negli stessi valori di allora? A distanza di 40 anni dalla sua morte diffonderebbe ancora lo stesso messaggio di pace che mandò al mondo intero a quell’epoca ?

I valori di pace in cui credo sono immortali, la pace è e sarà per sempre fondamentale per una vita serena e rispettosa. Attualmente manderei un messaggio più contemporaneo ai giovani: il valore della vita. Vorrei che i ragazzi d’oggi dessero più importanza a questo dono più che ai soldi. I soldi non sono importanti, nonostante siano oggi considerati l’unico valore. Il messaggio che manderei in questi anni è l'importanza del vivere e vedere la vita come un dono, un regalo, un viaggio con una partenza e un arrivo. 

Davvero i soldi non sono utili per stare meglio?

Quello che è importante é Dio, il cielo, la terra e la natura, perciò i soldi non valgono più di qualche semplice pezzo di carta. Non devono condizionare la vita nè rendere schiavi. La cosa più importante è che bisogna essere più liberi che si può .

La musica è il modo migliore per trasmettere il tuo un messaggio di pace?

È uno dei modi. Io ho scelto di trasmettere il mio pensiero attraverso la musica, ma la pace vive e deve vivere in noi, nei nostri pensieri, nel nostro fare quotidiano e persino nel parlare. Vivete in pace e per la pace. Siate buoni con gli altri e con voi stessi. 

Questo é il mio messaggio, questo è stato l'obiettivo.

Grazie mille per la sua disponibilità e per averci ricordato questo messaggio così importante.

Mi piacerebbe salutarvi con due versi della canzone "Redemption Song", che trovate nel mio ultimo disco "Uprising" del 1980, che segna la fine della mia produzione: 

«Emancipatevi dalla schiavitù mentale, nessuno a parte noi stessi può liberare la nostra mente.»

Michele Ayah (3^TrB)

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