INTERVISTA IMPOSSIBILE A ... DANTE ALIGHIERI
Signor Dante, oggi abbiamo per lei delle domande a cui dovrà rispondere in modo sincero!
Ci dica, secondo lei il suo miglior pregio?
Mi reputo un uomo forte e coraggioso come ho raccontato nelle mie poesie. Ho voluto far emergere il mio coraggio attraversando la Selva Oscura, quindi le mie paure e gli eventuali pericoli che potevo incontrare.
E i suoi difetti, se ritiene di averne?
Penso che ognuno di noi ne abbia, forse ai tempi d’oggi ci si nasconde dietro ai più bei pregi come una brutta maschera sul nostro viso e non riveliamo chi siamo davvero. Un mio grande difetto è la mia testardaggine, sì sono una persona abbastanza testarda e ho vissuto in una condizione di angoscia nella mia vita e di paura.
Cos’è per lei il male?
Il male è l’eccesso, lo smoderatezza, la mancanza del senso e della misura. L’amore può diventare sessualità sfrenata se non sorretta da alcuna moralità.
Ha avuto dei dubbi in passato?
Assolutamente sì, li porto dietro tutt’oggi, delle volte mi sento come un uomo fra due cibi ugualmente distanti e attrattivi, o un agnello tra due lupi o un cane fra due daini.
Ci parli un po’ della sua infanzia e di come ha vissuto il suoi studi.
Sono nato a Firenze nel 1265 da Alighiero e da donna Bella. La mia era una famiglia di modeste condizioni economiche e sociali. Era nobile di origine e faceva parte della piccola nobiltà di parte guelfa.
A soli nove anni ho avuto un incontro che poi successivamente è andato a segnare tutta la mia vita: Beatrice.
Ho iniziato a studiare grammatica, latino e testi antichi. Ma quando nei libri incontrai la parola “amore” mi resi conto di pensare subito a lei, a Beatrice.
Il mio primo insegnante fu scelto da mio nonno. Intrapresi lo studio della filosofia presso la scuola dei Domenicani di Santa Maria Novella e da quel giorno continuai in altre scuole. Posso dire di aver passato parte della mia vita con la voglia di imparare sempre di più.
Chi l'ha ispirato nella sua carriera?
Fu Beatrice Portinari, detta anche Bice. Grazie a lei ho trovato l'energia per scrivere e puntare in alto.
Ci chiedevamo tutti perché si dice Dante e non Alighieri.
Il nome Dante è un ipocoristico di Durante, nei documenti era seguito dal patronimico Alagherii o dal gentilizio de Alagheriis, mentre la variante "Alighieri" si affermò solo con l'avvento di Boccaccio. Personalmente preferisco essere chiamato per nome.
Va bene Dante, se dovesse spiegare la sua arte con una frase o ancora meglio con una parola quale sceglierebbe
La mia arte è significativa, sia per gli adulti che per i giovani se approfondita e capita può dare tanto.
Crede nell’amore?
Sì mi è successo di innamorarmi nell’arco della mia vita e parlo di un amore non per la mia famiglia ma di una donna.
Hai dovuto compiere molti sacrifici per arrivare dove sei ora? Il gioco è valso la candela?
Sono felice del mio cammino, di tutte le scelte che ho fatto nella mia vita non mi pento di nulla e sono felicissimo si essere il Dante di oggi.
Se non avessi fatto il poeta cosa pensi avresti fatto nella vita?
Sicuramente qualcosa che potesse essere onorevole magari il dottore o l’insegnante.
Gruppo o cantante musicale preferito?
Non saprei ascolto molto la musica classica, trovo la pace ma ammetto che purtroppo ho davvero poco tempo per fare questo tipo di cose.
Una frase o una citazione che non dimenticherai mai?
I miei genitori mi dicevano sempre Dante fatica e sudore un giorno ti daranno i frutti del successo e con impegno e sforzo mi sono reso conto che avevano ragione, un appello a tutti i giovani: ascoltate sempre i consigli dei genitori non vi diranno mai qualcosa per farvi fallire ma per raggiungere le stelle.
Il suo colore preferito?
Il mio colore preferito è il giallo, è un colore vivo, lucente trasmette molto secondo me.
Ultima domanda, come è morto?
Nella notte tra il 13 e il 14 settembre 1321, a 56 anni, a Ravenna morii di malaria.
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