INTERVISTA IMPOSSIBILE DOPPIA A ... ANTONIO E CLEOPATRA


Innanzitutto vi ringraziamo per aver accettato di partecipare a questa intervista, è per noi un grandissimo onore avere occasione di intervistarvi…

“Si figuri, ringrazio voi di aver scelto me e Antonio per questo progetto”.

Iniziamo con le presentazioni…come vi chiamate

“Cleopatra”.

“Marco Antonio”.

Quando siete nati e quando siete morti?

“Sono nata nel gennaio del 69 a.C. e morta nell’agosto del 30 a.C”.

“Io invece sono nato nel gennaio dell’83 a.C. e morto nel 30 a.C, all’incirca due settimane prima di Cleopatra.”

Che lavoro facevate?

“Il più importante, la regina”.

“Quello a cui nella vita ho sempre aspirato, il soldato, oltre che il politico”.


Bene direi…partiamo con le domande vere e proprie, la prima è rivolta a lei Cleopatra: come ha fatto a raggiungere una posizione così importante in Egitto?

“Sapete… le donne di un certo ceto in Egitto possono salire al trono facilmente, anche solo sposandosi con i loro fratelli. 

Per prendere il comando, una volta morto mio padre, ho dovuto sposare il mio fratellino, Tolomeo XIII”.

Era piuttosto giovane…come ha fatto a guidare da sola uno Stato tanto grande e ricco come quello egiziano?

“Ho scelto di collaborare con i Romani e di usare intelligenza e diplomazia, al contrario di molti miei avversari che hanno preferito usare i muscoli fallendo. 

Mi sono preparata a questo ruolo fin da bambina, studiando giorno e notte.

Ho letto poemi, tragedie e commedie greche.

So dipingere, suonare, cantare e andare a cavallo.

Le lingue sono il mio pezzo forte: ne conosco 8, tra cui il greco e il latino”.

Ha avuto molte storie nella sua vita…perché ritiene che quella con Antonio sia stata la più importante?

“Antonio era molto gentile, grazie a lui tutto il mondo pensa che io ero molto bella, ma la mia vera bellezza non era esterna ma interna; era il mio ingegno, il mio modo di pensare, la mia determinazione, e ciò a cui ambivo ad essere, una regina forte che sapesse prendersi cura del suo popolo, ad attrarre gli uomini”.


Ci rivolgiamo a lei Antonio, cosa ne pensa di Giulio Cesare? 

“Cesare ha combattuto per il popolo, senza paura di sfidare gli egoisti e i corrotti. Gente che andava in giro, spacciandosi per i salvatori della patria, mentre in realtà non facevano altro che proteggere i propri privilegi, facendo morire di fame le decine di migliaia di soldati romani che li avevano protetti valorosamente. 

Cesare combatteva per questo, perché chi si era distinto avesse un riconoscimento del proprio merito”.

Parlando della sua storia d’amore, come ha vissuto il triangolo tra Cleopatra ed Ottaviano? 

“Ottaviano era freddo e spietato. Mi ha dipinto come un egoista, usando come pretesto il fatto che avevo ripudiato Ottavia. Ma quel gesto è stato dovuto al mio idealismo, perché credeva che quello che avevo con Cleopatra fosse un matrimonio di interesse. Io Cleopatra invece l’amavo. 

Sono rimasto con lei fino alla morte.

Nella mia vita ho solo commesso l’errore di fidarmi di Ottaviano, credendo che avremmo potuto reggere Roma insieme, ma mi sono sbagliato. Questo è il mio unico rimpianto”.

Lei e Cleopatra come vi siete conosciuti la prima volta?

“Sul fiume Tarso…avevo scelto io di incontrarla per un'alleanza al fine di spostare a Oriente il baricentro dei possedimenti romani. Ma appena la vidi fui colpito dalla sua bellezza incredibile. 

Ornata di gioielli, con un vestito di seta bianco scese dalla barca e mi strinse la mano. 

Parlammo parecchio, e da quella conversazione ne uscì una relazione bellissima, la più vera che abbia mai avuto…eravamo innamorati l’uno dell’altro”.

Cosa la affascina di più di Cleopatra? 

“Oltre che la sua bellezza amo di lei il mondo che dentro di sé possiede.

Il suo modo di porsi. 

La sua forza, la sua determinazione, la sua intelligenza. 

I sacrifici che ha fatto nella sua vita per poter prendere una carica così impegnativa come regina d’Egitto…ammiro di lei tutto, e sempre lo farò”.


E per quanto riguarda lei, cosa la affascina di più di Antonio?

“Il suo coraggio. 

Il modo in cui si butta nelle cose che fa. 

L’amore che nutre per il suo lavoro.

Può sembrare feroce, senza pietà, ma dentro ha un cuore d’oro. 

È un pochino permaloso, ma per il resto lo definirei la persona più genuina che abbia mai incontrato”.


Concludiamo in bellezza, come definireste la vostra storia?

“Una storia basata sulla stima reciproca. 

Una storia che ha incontrato molti ostacoli ma è riuscita a sopravvivere a tutti. 

Una storia che dura anche nell’aldilà”.


Grazie mille per questa intervista, siete stati gentilissimi, un po' tutti noi siamo innamorati del vostro amore.

“Grazie infinite a voi per aver scelto di spendere del tempo con noi, è stato un vero piacere”.


Daisy Signorelli e Riccardo Mateescu (1^A)


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