L'IMPORTANZA DELLA RESISTENZA
Tra pochi giorni, come ogni anno, vi sarà la ricorrenza del 25 aprile; da sempre per noi studenti un momento di gioia, poiché, come per tutte le festività, si resta a casa da scuola.
Quest’anno, insieme al nostro professore di lettere Marco Poggi, abbiamo voluto approfondire il significato di questa festività.
Il 25 aprile 1945 le tre città del Nord Italia principali Genova, Milano e Torino sono state liberate dalla occupazione nazi fascista (Genova si liberò da sola per questo è stata insignita della medaglia d’oro per la Resistenza): questo è potuto avvenire grazie all’arrivo delle truppe alleate (americane ed inglesi),ma soprattutto grazie ad una scelta.
E’ stata infatti una scelta quella che hanno fatto diversi ragazzi tra il 1943 e il 1944, dopo l’armistizio dell’8 settembre che ha lasciato le truppe italiane allo sbando, con il “coraggioso” re Vittorio Emanuele III che fugge come un ladro in Puglia, favorendo l’occupazione tedesca di tutto il Nord Italia. Ma stavamo parlando di scelta: scriveva Antonio Gramsci, grande politico italiano, oppositore del fascismo (morirà in carcere): “Odio gli indifferenti, chi non sceglie da che parte stare. Io vivo, lotto e sono partigiano”; questa è la scelta che ragazzi di 17, 18, 19 anni hanno fatto: combattere per la libertà, contro la dittatura nazi fascista, per donare all’Italia la democrazia. Questi ragazzi e molte donne che li hanno ospitati hanno scelto di non aderire alla Repubblica di Salò, ma di inerpicarsi per i monti, per le campagne, nelle stesse città, suddivisi in Brigate per aiutare gli Alleati con attività di sabotaggio, guerriglia, rischiando la loro stessa vita. Vi sono poi state le staffette partigiane, come Anna Caproni Zerega, “Nonna Anna” per la Comunità di S. Benedetto al Porto fondata da don Andrea Gallo (anche lui partigiano),il prete degli ultimi, scomparso nel 2013 dopo 50 anni di aiuto ai più deboli, alle anime fragili, come le chiamava De André. Nonna Anna era una ragazzina di 14 anni, sfollata a Cassano Spinola (paese in provincia di Alessandria) che per andare a scuola a Genova doveva usare la sua bicicletta (dato che per l’effetto dei bombardamenti molte ferrovie erano interrotte); un giorno venne affiancata da un uomo, un comandante partigiano che le chiese: “ Te la senti di portare di nascosto in mezzo ai tuoi libri questa scatoletta? Dovrai consegnarla alla stazione Principe di Genova in posti diversi che di volta in volta ti verranno detti”. Pensiamo ad una ragazzina di 14 anni, al rischio che avrebbe corso se fosse stata fermata da truppe tedesche o fasciste. Ma per la giovane Anna quello era un modo per “non restare indifferente”, per aiutare in concreto l’attività partigiana, per non restare inerme di fronte alle stragi della dittatura.
Questa decisione di Nonna Anna ci ha aperto gli occhi sulle responsabilità che anche noi dobbiamo prenderci, difendendo la democrazia e ricordando (questo è il significato del 25 aprile) che la democrazia ci è stata donata da tutti questi ragazzi, molti dei quali non sono riusciti a vederla, poichè morti in seguito a rappresaglie dei nazi fascisti o in battaglia. Significativa la storia, cantata da Luciano Ligabue di un suo conterraneo di Correggio, Luciano Tondelli, morto a soli 20 anni quando mancavano solo 10 giornate alla fine della guerra. La canzone, molto bella, si intitola “ I campi in aprile” e, ascoltandola, abbiamo potuto ulteriormente capire il sacrificio di queste persone.
Affinché esso non sia invano, spetta a noi adesso difendere quei valori per i quali hanno combattuto queste persone: i valori della democrazia, della libertà, del rispetto dell’altro, dell’accoglienza, contro ogni forma di razzismo xenofobia, che purtroppo sono ancora molto presenti nella nostra società.
Se ci impegneremo a fare questo, il sacrificio dei tanti partigiani e di tutti coloro che li hanno aiutati non sarà stato vano. Il grande scrittore Primo Levi, che ha conosciuto l’inferno della deportazione, diceva sempre che “la storia è un cerchio: se si perde la memoria del passato, anche le tragedie più orrende possono ricapitare”. Noi vogliamo che l’Italia non diventi mai più una dittatura e perciò dovremo impegnarci nella difesa della libertà.
Vogliamo concludere dicendo che, come cantava un grande cantautore, Giorgio Gaber: “la libertà non è star sopra un albero, non è neanche nel volo di un moscone, la libertà non è uno spazio libero; libertà è partecipazione”.
W il 25 aprile, Resistere sempre per un mondo senza più barriere, nè odi razziali, ma per una società più libera e giusta, quella per cui hanno lottato i partigiani.
Classi 2E, 2F, 2H, Prof. Marco Poggi
Complimenti alle classi ed al Prof Poggi per questo splendido articolo.
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